venerdì 27 dicembre 2019

Marocco in cima alla classifica dei paesi che rispettano i diritti umani


L’attuazione del Meccanismo Nazionale per la Prevenzione della Tortura classifica il Marocco tra i cinque Paesi nel mondo in testa alla classifica del Comitato per i diritti dell’uomo nel monitoraggio d’attuazione delle raccomandazioni prioritarie.
Il Marocco, infatti, è classificato nella stessa posizione di Danimarca, Svezia, Argentina e Burkina Faso, in cima alla classifica del Comitato per i Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite per i paesi che hanno attuato le pertinenti raccomandazioni dell'ONU. 
Questi cinque paesi hanno ottenuto la nota “A” il punteggio più alto, relativa all’esame del monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni realizzato dal Comitato e il cui risultato è stato annunciato a dicembre.
La nota “A” significa che questi paesi hanno adottato misure significative per l'attuazione delle raccomandazioni prioritarie nell'esame del Comitato dei diritti dell'uomo.
La presenza del Marocco in tale elenco e il suo ottenimento meritato della nota “A” avviene dopo l'adozione della legge sul Meccanismo Nazionale di Prevenzione della Tortura, il cui mandato è conferito al Consiglio Nazionale dei Diritti dell'Uomo (CNDH).
Dal 2013 il Comitato per i diritti umani ha avviato un monitoraggio sull'attuazione delle raccomandazioni per incoraggiare gli Stati ad applicarle. A tal fine, il Comitato ha elaborato un elenco di raccomandazioni prioritarie di cui valuta l'attuazione nel quadro di un esame che dura da due a tre anni.
Nel quadro di questa valutazione, il Comitato formula cinque note, di cui la più alta è la A, che significa che le misure adottate dagli Stati per attuare le raccomandazioni sono molto soddisfacenti, e la più debole è la nota “E” per i paesi che non rispettano tali raccomandazioni o le respingono.
Da ricordare che i membri del Meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura sono stati insediati in occasione della prima Assemblea generale del CNDH nell'ottobre 2019. Il Meccanismo ha iniziato i suoi compiti e lavora quotidianamente e costantemente sul suo programma d’azione e sulla sua strategia. 

mercoledì 18 dicembre 2019

L'Unione delle Comore ha aperto consolato generale a Laayoune in Sahara Marocchino


L'Unione delle Comore ha aperto mercoledì suo consolato generale a Laayoune in sud del Marocco. 
La cerimonia d'inaugurazione è stata presieduta dal ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini Residenti all'Estero, Nasser Bourita, e dal suo omologo comoriano, Souef Mohamed El Amine.
In una dichiarazione alla stampa, il console generale dell'Unione delle Comore a Laayoune, Sayed Omar Sayed Hassan, ha accolto con favore le relazioni “fraterne” tra il Regno del Marocco e l'Unione delle Comore, sottolineando che tali relazioni risalgono agli inizi dell'indipendenza delle Comore.
È un “onore per l'Unione delle Comore d’aprire un consolato generale nella “capitale del Sahara marocchino", ha detto Sayed Hassan, aggiungendo che “l'apertura di questo consolato conferma la marocchinita del Sahara e i legami fraterni tra i nostri due paesi”.
Il diplomatico comoriano ha invitato tutti i paesi africani a seguire l'esempio del suo paese e aprire rappresentanze diplomatiche nelle città del Sahara marocchino dicendo: “Auspico che altri paesi amici e fratelli del Marocco seguano l'esempio dell'Unione delle Comore per dimostrare la loro solidarietà e fraternità nei confronti dei nostri fratelli marocchini e il loro riconoscimento per tutto ciò che il Regno del Marocco apporta ai nostri paesi e ovunque in Africa”.
La cerimonia di apertura si è svolta in presenza del Wali della regione di Laayoune Saguia El Hamra, Governatore delle province di Boujdour, Abdeslem Bekrate, e dei governatori di Tarfaya e Smara, del presidente della regione, Sidi Hamdi Ould Errachid, degli eletti della regione e dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile.
Da ricordare che la Costa d'Avorio ha aperto, in giugno scorso, un consolato onorario nella stessa città, mentre Gambia ha recentemente annunciato la prossima apertura del suo consolato a Dakhla.


venerdì 13 dicembre 2019

Marocco. Il Re Mohammed VI nomina Commissione del Nuovo Modello di Sviluppo


Il Re Mohammed VI ha nominato, giovedì 12 dicembre, i membri della commissione incaricata del Nuovo Modello di Sviluppo, presieduta da Chakib Benmoussa, nominato il 19 novembre scorso.

Oltre al presidente, la Commissione è composta da 35 membri con alti percorsi accademici e professionali pluralistici e un'importante conoscenza della società marocchina e delle questioni politiche, economiche e sociali, culturali e ambientali. La Commissione mobilita competenze marocchine che operano sia in Marocco che a livello internazionale, attive e impegnate nei settori pubblico, privato o della società civile.
Conformemente agli Alti orientamenti Reali, la Commissione dovrà sin da ora esaminare con franchezza, audacia e obiettività lo stato della situazione alla luce dei risultati conseguiti dal Regno, delle riforme avviate, delle aspettative dei cittadini, del contesto internazionale attuale e dei suoi futuri sviluppi. Entro l’estate prossima, la commissione presenterà all’Alta Valutazione di Sua Maestà il Re le principali modifiche auspicabili e le iniziative concrete in grado di adeguare il modello di sviluppo.
Nel corso dei suoi lavori, la Commissione opererà nel quadro di un approccio partecipativo e inclusivo per favorire il più ampio coinvolgimento.

Composizione della Commissione speciale sul Modello di Sviluppo:
Oltre al presidente Chakib Benmoussa, la commissione è composta da 35 membri, di cui l'elenco comunicato dal Gabinetto Reale:

ADDIOUI Adnane: Co-fondatore di “Moroccan Center for Innovation and Social Entrepreneurship” e della piattaforma "Wuluj" relativa alla partecipazione al finanziamento di progetti creativi e innovativi.
BENALI Laila: Esperto internazionale in strategia energetica e sostenibilità. Economista, direttrice della strategia, dell’economia e della sostenibilità all’APICORP. Presidente dell'Arab Energy Club.
BENMOUSSA Mohamed: Economista, ex amministratore del Consiglio deontologico dei Valori Mobiliari, Vicepresidente dell’associazione Damir.
AGHZADI Rajae presidente dell’Associazione marocchina “Cuore delle Donne”.
AMRANI BOUKHOBZA Mohamed: Rettore della facoltà di diritto di Tetouan.
BENLYAZID Farida: Regista e sceneggiatore.
BENZINE Rachid: Professore universitario all’Università Cattolica di Lovanio e alla Facoltà di Teologia protestante di Parigi.
BOUCHIKHI Hamid: Esperto in imprenditoria e innovazione manageriale. Presidente di Sol Bridge International School of Business con sede a Daejeon, Corea del Sud. Membro dell’Istituto marocchino di intelligenza strategica.
BOUNFOUR Ahmed: Professore universitario, titolare della cattedra europea di gestione dell’immateriale all’Università di Parigi Sud.
CHAFIL Raja: Direttrice del Centro di competenza in materia di cambiamento climatico 4C-Marocco, incaricato di sostenere le politiche climatiche in Marocco e in Africa.
CHAMI Ahmed Reda: Ex ministro. Ex ambasciatore. Presidente del Consiglio economico, sociale e ambientale.
EL AOUFI Noureddine: Professore di Scienze Economiche, Università Mohammed V di Rabat. Presidente dell’Associazione Marocchine delle Scienze Economiche.
EL KADIRI Rita: Direttrice generale della Fondazione "Zakoura" per l’istruzione, incentrata sull’innovazione sociale.
EL KAMOUNY Khadija: Ingegnere, capo progetto alla MASCIR, specializzato nello sviluppo verde.
FIKRAT Mohamed: Direttore d'impresa; Presidente della Commissione per gli investimenti e la competitività della CGEM.
GUERRAOUI Rachid: Professore e direttore del Laboratorio di Algoritmica, presso la Scuola Politecnico di Losanna, e l’Università Mohammed VI politecnico.
HILALE Narjis: Professore all’International University Geneva dedicato alle questioni dell’intelligenza artificiale e dello sviluppo delle capacità delle donne.
HIMMICH Hakima: Professore in medicina; membro del CESE, membro del CESE, attore associativo nel settore della salute.
JAIDI Larbi: Economista e professore universitario. Senior Fellow al Policy Center for the New South.
JETTOU Driss: Ex Primo Ministro, Presidente della Corte dei Conti.
JOUMANI Ahmed: Sociologa specializzato nella cultura Hassani, dedicato allo sviluppo territoriale.
KSIKES Driss: Scrittore, drammaturgo e direttore di Economia, Centro di ricerca di HEM.
LAHLOU EL YACOUBI Ghita: Direttrice della Scuola centrale di Casablanca. Presidente e co-fondatrice del Movimento "Cittadini".
LAROUI Fouad: Scrittore e professore universitario presso la facoltà di scienze umane all’Università di Amsterdam.
MACHATE Khalid: Esperto in Trasformazione Digitale, Gestione dell'Innovazione Imprese, Tecnologie Disruptive e Smart Cities.
MIRAOUI Abdellatif: Ex presidente dell'Università Cadi Ayyad a Marrakech, professore delle università all'Università di Tecnologia di Belfort Montbéliard (UTBM) - Francia
OMARY Noureddine: Ispettore delle Finanze. Ex presidente della BCP. Ex Segretario generale del Ministero dell’economia e delle finanze. Incarico di Missione al Gabinetto Reale.
OUHAJOU Lakbir: Docente - ricercatore in geografia all’Università di Agadir. Esperti nello sviluppo territoriale e degli Oasi
RACHIK Hassan: Antropologo, Sociologo e professore all'Università Hassan II di Casablanca.
SAADANI Youssef: Economista, ex dirigente di Bank Al Maghrib. Direttore degli Studi Economici presso la Cassa Depositi e Gestione.
SLAOUI BENNANI Saadia: Presidente direttrice generale di uno studio di consulenza; presidente della Commissione "Impresa dei cittadini" della CGEM.
TAZI Karim: Uomo d’affari, attore associativo e amministratore di società.
TERRAB Mostafa: Direttore generale del gruppo OCP.
TOZY Mohamed: Esperto sociologo, Professore delle Università di Scienze Po Aix-en-Provence. Presidente dell’Associazione Targa Aid.
ZAOUI Michael: Banchiere d’Affari a Londra ed ex vicepresidente di Morgan Stanley.


lunedì 9 dicembre 2019

Marocco. Il Re Mohammed VI inaugura complesso Maamoura di calcio aperto anche a squadre straniere


L'infrastruttura sportiva marocchina si arricchisce un'altra volta con un altro mega complesso calcistico d'eccellenza, infatti, il Re Mohammed VI ha inaugurato, lunedì 9 dicembre, il Centro Nazionale di Calcio di Maamoura situato vicino alla capitale Rabat, dopo rinnovamento e ricostruzione.
Si chiama "Complexe Mohammed VI de Football", struttura integrata dedicata alle prestazioni e allo sviluppo di una pratica calcistica di alto livello, realizzata dalla Federazione Royale Marocaine de Football (FRMF), traduce l’alta sollecitudine che il Sovrano ha sempre dato allo sport e la gioventù e la sua volontà di garantire ai professionisti del calcio nazionale tutte le condizioni di successo affinché possano rappresentare il loro paese come si deve.
Costruito su un terreno di 29,3 ettari, è destinato ad accogliere le squadre nazionali in fase di preparazione, nonché le squadre nazionali straniere che desiderano effettuare i loro stage di concentrazione in Marocco.
L’apertura di questo edificio sportivo alle squadre straniere permetterà anche di diventare una leva per lo sviluppo del turismo nazionale e di promuovere l’irradiamento internazionale del Regno Marocchino.
Il nuovo complesso che, è dotato di infrastrutture e attrezzature di punta conformi agli standard della FIFA, che ne fanno uno dei più importanti al mondo, ospita abitazioni e albergo di lusso di oltre 400 posti letto.
Tra l'altro, ci sono quattro campi di calcio naturale, tre campi sintetici, un campo coperto, una sala che può ospitare partite di calcio di futsal, una piscina olimpica all'aperto, due campi da tennis e uno di Beach Soccer.
Il Complesso comprende anche un centro di medicina sportiva e di varie prestazioni mediche di nuova generazione in sintonia con le norme della FIFA.
Importanti spazi di ristorazione e di svago, un auditorium di 221 posti per ospitare varie manifestazioni (conferenze, proiezioni di film) nonché edifici amministrativi.
La realizzazione del Complesso Mohammed VI di calcio, che ha richiesto un budget di 630 milioni di dirham, rientra nell’ambito dell’attuazione del programma nazionale di potenziamento delle infrastrutture calcistiche nazionali che prevede, nella sua parte il rafforzamento della formazione, oltre alla costruzione di questo complesso, il sostegno alla realizzazione di centri di formazione dei club nazionali (RCA, FUS, MAT, WAC, RSB) e la realizzazione di cinque centri federali di formazione. Si tratta del centro regionale di calcio di Saidia in nord est (progetto in corso di completamento) e di altri quattro previsti a Ifrane, Ksar Lakbir, Beni Mellal e Agadir (progetti in corso di studio).
Nell'ambito del programma "Sviluppo della pratica calcistica", l'ambizioso programma prevede in particolare la ristrutturazione di 138 campi di calcio in erba sintetica (98 terreni completati e 40 in fase di avviamento) e di 13 campi in prato naturale, di cui 12 completati e uno in corso di lavori.

lunedì 18 novembre 2019

Sindaco di Hoceima presidente CGLU – Mondo. Ben valorizzato il modello marocchino di governance locale


Il Marocco è stato eletto, nella persona di Mohamed Boudra sindaco della città marocchina  Al-Hoceima, a capo dell’Organizzazione Città e Governi Locali Uniti (CGLU - Mondo), avvenuta in occasione del vertice mondiale di CGLU che si è concluso venerdì 15 novembre a Durban in Sudafrica.
L’elezione di Boudra è avvenuta per acclamazione dopo il ritiro nel voto finale del candidato russo sindaco di Kazan, Ilsur Metshin. Al primo turno, giovedì, Boudra aveva ottenuto 100 voti su 221, contro 66 per il russo Metshin e 55 per il portoghese Fernando Medina, sindaco di Lisbona. Il candidato spagnolo, Ada Colau, sindaca di Barcellona, si era ritirata.
Si tratta di un chiaro riconoscimento della politica avviata da venti anni dal Re Mohammed VI per il rafforzamento della democrazia locale; la promozione del decentramento e la regionalizzazione avanzata; l’ammodernamento urbano e rurale e di riduzione delle disparità territoriali, allo scopo di garantire la giustizia territoriale e di garantire alle collettività locali le possibilità di uno slancio economico e sociale e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo in tutti i settori.
La città di Al-Hoceima, infatti, è una delle espressioni di questa dinamica di sviluppo locale che il Marocco sta estendendo con l’obiettivo di collegare l’intero territorio nazionale al processo di accelerazione economica, di adeguamento territoriale e di generalizzazione dei servizi sociali a livello di istruzione, sanità, cultura e infrastrutture. Cosi, con il programma “Al-Hoceima, Manarat Al-Moutawassit” di 6,5 miliardi di Dirham, lanciato dal Re Mohammed VI nel 2015, questa città gode di un notevole slancio per diventare un vero polo economico e culturale e in una destinazione attraente per gli investimenti. La dinamica marocchina di sviluppo ha stimolato interesse a livello internazionale, in particolare da parte dei paesi africani che hanno sostenuto la candidatura del Marocco alla presidenza di CGLU – Mondo. “é un riconoscimento”, secondo Boudra, “degli sforzi e del ruolo del Marocco in materia di cooperazione Sud-Sud e Nord-Sud”.
Il Marocco con successo aveva organizzato sotto il patrocinio del Re Mohammed VI l'8° Summit Africities a novembre 2018 che ha visto la partecipazione di oltre 8 mila leader territoriali di diversi paesi dell'Africa e del mondo e ha riflesso una nuova immagine positiva di un'Africa fiduciosa che aspira a un futuro migliore.
In un momento chiave per la realizzazione della sua agenda dello sviluppo, il congresso mondiale ha nominato la sindaca di Barcellona Inviata speciale delle città alle Nazioni Unite, riconoscendo anche la sua leadership assunta negli ultimi anni su questioni come il diritto alla casa, la lotta contro le disuguaglianze e la difesa dei diritti umani.
Con circa 3000 delegati provenienti da diverse regioni del mondo, il vertice mondiale delle città e dei governi locali uniti è considerato il più grande raduno mondiale di leader locali e regionali e di attori interessati agli affari locali.
L’UCLG, la principale rete mondiale di città riunisce più di 240mila enti locali, metropolitani, provinciali e regionali di 140 paesi, offre l'opportunità di discutere questioni di sviluppo sostenibile a livello locale, regionale e globale, la sua voce è sempre più riconosciuta e ascoltata da altre amministrazioni statali e organizzazioni internazionali. 

lunedì 11 novembre 2019

Napoli ospita il Marocco per 1ma edizione 'I giorni del Sud'


Parte oggi a Napoli con l'incontro con il Marocco una nuova iniziativa lanciata da Unione Industriali Napoli, Confindustria Caserta e Fondazione per la Sussidiarietà: 'I Giorni del Sud'. L'evento prevede incontri, dialoghi e approfondimenti tra diversi attori della vita economica, sociale, istituzionale e culturale dei Paesi del Mediterraneo e per la prima edizione stato scelto il Marocco con sessioni in plenaria e incontri b2b con stakeholder e operatori commerciali.
L'obiettivo, sottolinea l'Unione Industriali di Napoli annunciando l'evento, è "tornare a considerare il Sud Italia come il centro di una delle aree di maggiore interesse al mondo, quella del bacino del Mediterraneo, e non come una periferia. La storia ci ha lasciato in eredità un fatto: non vi può essere sviluppo del Mezzogiorno senza che esso sia punto di riferimento nel Mediterraneo, come non può esservi sviluppo equilibrato del Mediterraneo senza protagonismo del Mezzogiorno in Italia e in Europa. In particolare, i Paesi nordafricani, tra i più giovani al mondo, sono molto motivati a perseguire il loro sviluppo attraverso l'istruzione e la creazione di nuove imprese. Il Sud Italia può contribuire a questo loro obiettivo che è anche quello di formare una classe dirigente e una nuova imprenditorialità.
La prima giornata al Castel dell'Ovo prevede la presenza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e dell'Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Youssef Balla. Nel pomeriggio è previsto l'intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli. La seconda giornata, mercoledì, si svolgerà ala Reggia di Caserta.
In una nota, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha confermato che la Ministra Paola De Micheli  sarà a Napoli per partecipare a Castel dell’Ovo all'iniziativa pubblica “I giorni del Sud – Il Mezzogiorno incontra il Marocco” 11 novembre 2019 - Martedi 12 novembre mentre alle ore 15.30 partecipa alla Tavola Rotonda “La visione politica”.


"La bandiera del Marocco non si tocca"! Manifestazione a Parigi


Domenica 10 novembre la Place dei diritti umani di Trocadero a Parigi si è sfilata di rosso, colore della bandiera marocchina. Erano in migliaia i marocchini venuti da diverse regioni francesi e dall'Europa per celebrare la bandiera nazionale in occasione del 44esimo anniversario della Marcia Verde.
In un clima di festa, con la bandiera nazionale a mano, si sono dati appuntamento a Parigi per manifestare il loro indiscusso attaccamento ai simboli sacri del loro paese d'origine e per denunciare la profanazione dell'emblema nazionale avvenuta il 26 ottobre scorso, in una piazza parigina da individui provenienti dal Rif.
"Stiamo celebrando la nostra bandiera nazionale che è stata per i 350mila volontari pacifici della Marcia Verde un tratto di unione e una forza unionista per liberare le nostre province del sud" dal colonialismo spagnolo nel 1975, ha dichiarato Said Laatiriss, presidente dell'associazione Dynamic Marocco, promotrice con diverse associazioni di questo grande raduno. "Con nostro presidio di oggi, riviviamo questa sacra unione e rinnoviamo il nostro giuramento per un Marocco unito e indivisibile sotto la guida illuminata del nostro Re", ha continuato Laartiriss.
Per Simon Skira, segretario generale della Federazione francese dell'Ebraismo Marocchino, la bandiera marocchina è un simbolo "sacro" al quale nessuno può attaccare". "Viva Sua Maestà il Re Mohammed VI e Dio protegga tutta la famiglia Reale", ha detto.
Dalla sua parte il Consiglio della Comunità Marocchina all'Estero (CCME) ha condannato con la massima fermezza “il comportamento vile di alcuni individui che hanno bruciato la bandiera nazionale durante un presidio organizzato a Parigi il 26 ottobre 2019”, affermando che si tratta di un "reato di blasfemia alla sacralità della sovranità nazionale e di un'offesa alla dignità di tutti i marocchini ovunque siano".

giovedì 7 novembre 2019

Marcia Verde. Sviluppo economico continua in Sahara


La Marcia Verde è un simbolo assoluto della simbiosi che unisce il Trono e il popolo marocchino
Il Regno del Marocco ha celebrato il 06 novembre 2019 il 44esimo anniversario della Marcia Verde, organizzata in risposta all'appello del defunto Re Hassan II nel 06 novembre 1975, in cui 350.000 volontari pacifici si sono mobilitati sul livello nazionale per raggiungere il territorio marocchino detto impropriamente “Sahara spagnolo o Sahara Occidentale” occupato dalla Spagna. La storica Marcia Verde, salutata da tutto il mondo, rimarrà per sempre nella memoria collettiva dei marocchini come evento storico di lotta per l’indipendenza e il completamento dell’integrità territoriale. L’evento rispecchia la forte coesione tra il Trono Alauita e il popolo marocchino, nonché la loro unanimità intorno alle costanti e ai valori sacri della nazione.
Da segnalare che in via pacifica e di dialogo la Spagna, firmando l’Accordo di Madrid con il Marocco, ha deciso di ritirarsi subito dai territori meridionali marocchini.

Sviluppo continuo in Sahara …
Oggi, il territorio lasciato dall’occupazione spagnola con zero investimento, ha raggiunto un gigantesco sviluppo economico e sociale, infatti, sono in corso con determinazione su tutti livelli, le azioni principalmente prioritarie di sviluppare ancora questa regione. Secondo il Ministero dell’Economia e della Finanza, il programma di sviluppo delle province meridionali iniziato negli ultimi due anni con 87 progetti completati con un costo complessivo di oltre 7 miliardi di DH. Gli investimenti statali passeranno da 77 a 81 miliardi di Dh entro 2020. Alla fine del 2018 il loro tasso di esecuzione è stato superiore al 70 per cento.
In questi anni il Sahara ha conosciuto uno sviluppo grandioso su tutti gli aspetti: sviluppo delle città grazie alla raggruppamento della popolazione, la costruzione di un’infrastruttura di base moderna e la realizzazione di progetti economicamente produttivi per la popolazione locale. Le aziende internazionali e le multinazionali si fidano del potenziale economico delle province meridionali. Non è per caso, per esempio, l’apertura di un nuova ristorante Mc Donald's di Laayoune nel 2017, mentre il nuovo porto atlantico di Dakhla, di un budget di 96 milioni di dollari, creerà 183.000 posti di lavoro entro 2030 e costituirà un punto di svolta per gli scambi con l’Africa e l’America latina. Oggi le province del sud, servite da diverse compagnie aeree internazionali, sono diventate una meta turistica famosa, attraendo grandi conferenze e manifestazioni a portata regionale e internazionale come il Forum Crans Montana.

Sahara trait d’union tra Marocco e Africa sub-sahariana
“Il Sahara marocchino è la porta del Marocco verso l’Africa sub-sahariana”, e costituisce un vero e proprio trait d’union tra Marocco e il resto dell’Africa dal punto di vista geografico, umano ed economico, ha affermato mercoledì il Re Mohammed VI in occasione della festa di Marcia Verde. Il Marocco occupa tuttavia un posto di primo piano in Africa, in campo economico, politico, culturale e religioso, ha aggiunto il Re Mohammed VI, esprimendo la sua determinazione a erigere il Regno come attore chiave della costruzione dell'Africa di domani. Ciò attraverso il costante rafforzamento delle relazioni umane, economiche e politiche che uniscono Marocco ai paesi africani.

Il Gran Magreb soffre dello statu-quo
A livello del Maghreb, il Sovrano ha riaffermato l’impegno del Marocco a instaurare relazioni sane e solide con gli altri Stati magrebini. “Alla luce delle opportunità e della posta in gioco che essa comporta, la situazione attuale nella regione e nel Mediterraneo sollecita la nostra attenzione e ci induce ad intraprendere un’azione costruttiva”. Il Re Mohammed VI spiega che “la gioventù magrebina esige da noi la creazione di uno spazio aperto, propizio all’interazione e allo scambio”, mentre il settore degli affari esige che le siano garantite condizioni favorevoli al suo sviluppo. “Allo stesso modo, i nostri partner, in particolare europei, hanno bisogno di un socio efficace”, “i nostri fratelli d’Africa subsahariana attendono che i nostri paesi contribuiscano a realizzare i programmi e ad affrontare le grandi sfide del continente” e, infine, “i nostri fratelli arabi desiderano che il Gran Magreb si associ alla costruzione di un nuovo ordine arabo”, ha sottolineato il Sovrano.
 “Le speranze e le aspettative sono enormi; le sfide sono numerose e complesse. Tuttavia, si può deplorare che alcuni non ne misurino l’importanza”, ha proseguito il Re per il quale “il nostro nemico comune risiede nell’immobilismo e nel basso livello di sviluppo che ancora conoscono i nostri cinque popoli”. I paesi maghrebini sono Marocco, Mauritania, Tunisia, Libia ed Algeria.

l’Iniziativa di autonomia del Sahara è la concreta soluzione ricercata dall’ONU
Al livello dell’ONU, il Sovrano ha insistito sull'impegno del Regno a difendere la sua integrità territoriale e la sua piena adesione al processo dell'ONU per la risoluzione di questa disputa regionale, ricordando le basi che hanno sempre guidato l'azione del Marocco.
Il Sovrano ha sottolineato che lo slancio del 1975 continua ancora oggi, concretizzato dal suo impegno a portare a termine lo sviluppo di tutte le regioni del Regno, comprese quelle del sud.
E sulla questione dell’integrità territoriale del paese e della sua piena sovranità sui suoi territori, Mohammed VI ha ricordato i principi fondamentali che animano il Marocco. Sulla Marocchinità del Sahara, il Marocco ha sempre mostrato una posizione chiara, ispirata da una fede incrollabile nella giustezza della sua causa e nella legittimità dei suoi diritti. Poi ha evidenziato che, in linea con il processo politico dell'ONU e con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, il Marocco continuerà a lavorare con sincerità e buona fede per giungere a una soluzione politica, realistica, pragmatica e consensuale.
Il Re ha inoltre messo in risalto che l’iniziativa di autonomia proposta dal Regno e ampiamente accolta dalla comunità internazionale resta l’unica base di negoziazione. Seria, credibile, equa nei suoi orientamenti, l’Iniziativa di autonomia costituisce la traduzione concreta della soluzione ricercata. Infatti, è l’unica via possibile per giungere a una soluzione del conflitto, nel pieno rispetto dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale del Regno. Questa prospettiva si è rafforzata dal fatto che un numero sempre crescente di paesi (oltre 163 ad oggi) non riconosce l’entità fittizia della “RASD” basata in Algeria. “L’Iniziativa di autonomia è sostenuta anche dai partenariati e dagli accordi che legano le grandi potenze e un certo numero di paesi fratelli e amici al nostro paese e che coprono tutte le sue regioni, comprese le province del Sud”, ha sottolineato il Re.

venerdì 25 ottobre 2019

CLASSIFICA MONDIALE DOING BUSINESS. IN 9 ANNI MAROCCO PASSA DAL 128 AL 53° POSTO


Il Marocco che era nel 2010 al posto 128 ha raggiunto il 53esimo posto di 190 paesi nel mondo nella classifica “Doing Business 2020” della Banca Mondiale, pubblicata giovedì 24 ottobre a Washington. “Questo avanzamento segna un progresso significativo nella realizzazione dell'obiettivo del Marocco di raggiungere la top 50 delle maggiori economie del mondo entro il 2021”, fa sapere il Dipartimento del Capo di Governo.
Cosi, il Marocco mantiene il primo posto nel Maghreb e in Nord Africa, e si colloca al terzo posto tra i paesi della regione del Nord Africa e del Medio Oriente MENA, dietro gli Emirati Arabi Uniti 16° e davanti all'Arabia Saudita 62° ed Egitto 114°.
A livello del continente africano, il Marocco mantiene la terza posizione dietro le isole Maurizio, che si classifica al tredicesimo posto mondiale, Ruanda 38°, e davanti a Sudafrica 84° e Nigeria 131°. “Il risultato positivo del Marocco è dovuto all'adozione di una serie di importanti misure e riforme legate agli affari e alle attività delle imprese marocchine, che rientrano nel quadro del programma di lavoro del Comitato nazionale dell'ambiente di affari (CNEA)”, sottolinea il comunicato.
La segreteria del CNEA ha inoltre svolto un ruolo importante nella presentazione agli esperti della Banca mondiale delle riforme introdotte per migliorare il clima imprenditoriale in Marocco, principalmente quelle legate allo sviluppo di quadri giuridici e regolamentari per le imprese, nonché alla semplificazione e alla digitalizzazione di una serie di procedure amministrative legate al ciclo di vita degli affari, oltre alla creazione di piattaforme elettroniche per i servizi e gli sportelli unici.
Le riforme della legge relativa alle varie società sia quelle anonime e le società con nome collettivo, in accomandita semplice, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata e la società in partecipazione, figuravano tra le riforme importanti entrate in vigore nel corso dell’anno.
Queste riforme hanno permesso di rafforzare la protezione degli investitori minoritari e di stabilire il principio di trasparenza e di buon gouvernance basato sulle norme internazionali in questo settore. Di conseguenza, la classifica del Marocco nell'indice di protezione degli investitori minoritari è passata dal 64esimo posto al 37esimo.
Inoltre, il Marocco si è classificato 16esimo a livello mondiale per quanto riguarda l'indice di rilascio delle licenze di costruzione edile, lanciando una nuova versione della piattaforma online per la gestione digitale delle licenze.
La classifica marocchina nell'indice di connessione alla rete elettrica 34° a livello mondiale rispetto a 59 dell'anno scorso è migliorata anche grazie all'agevolazione del collegamento elettrico delle imprese a Casablanca attraverso il lancio di una piattaforma elettronica, denominata “e-Collegamento”, per la presentazione e il monitoraggio delle domande di connessione in media tensione e lo sviluppo dell'utilizzo dei posti di trasformazione prefabbricati.
Il rapporto della Banca Mondiale menziona altresì una serie di altre riforme che hanno contribuito al miglioramento del clima imprenditoriale in Marocco e della sua classificazione internazionale, in questo caso cita:
- L'introduzione di un sistema automatizzato per l'attribuzione degli affari ai giudici e la pubblicazione di rapporti sulla performance dei tribunali, ciò che ha agevolato l'esecuzione dei contratti e ha permesso al Marocco di raggiungere il 60° posto a livello mondiale;
- L'introduzione di un sistema di pagamento online dei diritti portuali, la soppressione delle procedure di transito su supporto cartaceo e l'estensione dell'orario di lavoro nel porto, che ha accelerato le operazioni di commercio transfrontaliero e portato il Marocco alla 58° posizione mondiale;
- La riduzione del tasso d'imposta sulle imprese mediante l'adozione di un sistema progressivo di imposizione delle imprese, che ha permesso il paese di raggiungere il 24esimo posto a livello mondiale dell'indice di prestazione fiscale.
Con questo risultato, il Marocco ha compiuto un grande passo avanti verso la realizzazione dell’obiettivo fissato dal programma governativo di far rientrare il paese tra le 50 migliori economie del mondo in materia di miglioramento del clima imprenditoriale entro il 2021.
In tale prospettiva, sono in corso ulteriori riforme, come la creazione di un registro nazionale per le garanzie mobiliari nel quadro dell’attuazione della legge sulle garanzie, che consentirà alle PME di accedere ai finanziamenti necessari e di migliorare la classificazione del Marocco nell’indice di accesso al finanziamento.
La performance marocchina è il risultato di una politica aperta d’investimento guidata dal Re Mohammed VI per mettere il Marocco in via della buona economia a caratteri sociale ed umano, terra d’opportunità di business ed il risultato di un miglioramento profondo della gouvernance pubblica e della lotta contro le differenti forme di prevaricazione e di abuso particolarmente nei permessi di costruzione e nei pagamenti delle tasse.
Il rapporto “Doing Business” cerca di misurare le performance di 190 paesi in materia di facilitazione degli affari valutando la legislazione e le procedure amministrative adottate in dieci diversi settori del ciclo di vita dell'impresa, vale a dire la creazione di imprese, il commercio transfrontaliero, il pagamento di tasse e imposte, le licenze di costruzione, il collegamento all'elettricità, il trasferimento di proprietà, l'accesso al finanziamento, l'esecuzione di contratti, la protezione degli investitori, nonché la gestione di questioni delle imprese in difficoltà.




mercoledì 16 ottobre 2019

PER MOTIVI UMANI IL RE MOHAMMED VI GRAZIA RAISSOUNI CONDANNATA PER ABORTO ILLEGALE


Il Re Mohammed VI del Marocco ha concesso la Grazia alla signorina Hajar Raissouni, condannata a una pena detentiva e ancora oggetto di procedimenti giudiziari, indica un comunicato del Ministero della Giustizia.
Questa Grazia Reale è motivata dalla dimensione umana e s’inserisce nel quadro della compassione e della clemenza riconosciute al Sovrano e della sua preoccupazione del Re di preservare il futuro dei due fidanzati che contavano fondare una famiglia conformemente ai precetti religiosi e alla legge, nonostante l’errore che avrebbero commesso e che ha condotto a tale procedimento giudiziario, aggiunge il comunicato. In questo stesso contesto, il Re ha, inoltre, voluto concedere la Grazia anche al fidanzato di Raissouni e alla squadra medica condannati in questa causa giudiziaria.
Da osservare che nel caso dell’arresto di Raissouni è stato sorprendente che alcune parti straniere si intromettano nei fatti che riguardano la società marocchina. Il Marocco, da parte sua, non ha la consuetudine di condurre ingerenze nei fatti sociali di altri paesi.
La giornalista Raissouni era stata condannata a un anno di carcere per aborto illegale e relazione sessuale extramatrimoniale insieme al cittadino sudanese Amin Rifaat, un medico e suoi assistenti, all’uscita di uno studio medico della capitale marocchina, Rabat.
La legge marocchina consente di interrompere la gravidanza solamente quando la vita della moglie è in pericolo e se il marito lo acconsente.

lunedì 26 agosto 2019

Alla vigilia di TICAD 7 Giappone rifiuta la separazione del Sahara Marocchino

La diplomazia giapponese in armonia con la posizione dei responsabili americani, sostenuta dal quotidiano americano The Wall Street Journal, che hanno dichiarato che gli Stati Uniti "hanno chiaramente dichiarato che Washington non sosterrà un piano volto a creare un nuovo Stato in Africa" cioè la separazione del Sahara Marocchino.

Cosi, alla vigilia dell'apertura della Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo d'Africa (TICAD-VII), prevista dal 28 al 30 agosto a Yokohama, il Giappone ribadisce con forza il suo non-riconoscimento della pseudo "Repubblica araba saharawi"  (RASD) creata, sostenuta ed armata in Algeria dall'ex colonnello libico Gheddafi e dall'ex presidente algerino Boumadiene durante la Guerra Fredda per motivi egemonici.

Infatti, il Direttore generale del Medio Oriente e del Nord Africa presso il Ministero degli Affari Esteri giapponese, l’Ambasciatore Katsuhiko Takahashi ha dichiarato domenica che il Giappone non riconosce l’entità fantasma, sottolineando che si tratta di "una posizione costante e immutabile che il Giappone non intende cambiare".

Il Giappone continua a sostenere gli sforzi della mediazione dell'ONU e ritiene, tuttavia, che la disputa regionale artificiale sul Sahara Marocchino debba essere risolta in modo pacifico attraverso il dialogo tra le "parti interessate" Marocco, Algeria e Polisario, e Mauritania.

La diplomazia giapponese, che sottolinea la necessità di coinvolgere le "parti interessate" nel dialogo, invia un messaggio chiaro all’Algeria per assumersi le proprie responsabilità in questa disputa regionale e il suo ruolo nel processo politico.

Il Giappone si è così unito alle posizioni di diverse potenze mondiali, tra cui gli Stati Uniti, Unione europea e molti paesi in Europa, Africa, Asia e America latina.

Tutto ciò avviene nel momento in cui i separatisti del Polisario sponsorizzati dall'Algeria cercavano di sfruttare un’eventuale presenza in Giappone per creare confusione sulla posizione di Tokyo circa il Sahara, quindi il Ministero degli Esteri giapponese ha eliminato ogni ambiguità e tagliato tutte le manipolazioni.

Katsuhiko Takahashi rallegrato del ruolo "importante" svolto dal Marocco nella regione MENA e sulle aspettative del Giappone riguarda il vertice di TICAD VII, ha detto: "Far progredire lo sviluppo dell'Africa attraverso le risorse umane, la tecnologia e l'innovazione" è il tema principale della TICAD VII. Una delle tematiche concrete di questa edizione è la promozione degli investimenti privati e delle risorse umane attraverso partenariati pubblico-privato. Il Giappone auspica che un maggior numero di imprese giapponesi sviluppino le loro attività in Africa grazie a proficue discussioni e a interazioni attive tra i partecipanti alla conferenza. Credo che lo sviluppo delle attività delle imprese giapponesi in Africa offrirà un futuro migliore per il Giappone e l’Africa".

Valutando il contributo del Marocco al processo della TICAD Katsuhiko Takahashi ha precisato: "Vorrei iniziare sottolineando l’importante ruolo svolto dal Marocco nella regione, che contribuisce in modo significativo allo sviluppo e alla stabilità della regione MENA. Il Giappone attribuisce grande valore al partenariato con il Marocco. Per quanto riguarda le relazioni economiche, il Marocco funge da ponte verso Europa, Africa e il Medio Oriente. Il suo vantaggio geografico e il suo forte potenziale economico hanno molto interessato le imprese giapponesi. Il Marocco ha attirato il secondo maggior numero di imprese giapponesi (69) in Africa e tale numero dovrebbe aumentare. È in questo spirito che il Giappone apprezza molto il contributo sostanziale del Marocco al processo della TICAD, dove il Giappone ha cercato di promuovere lo sviluppo d’Africa, compresa la sua crescita economica. Ad esempio, Giappone e Marocco hanno creato un quadro di cooperazione per promuovere lo sviluppo in altri paesi africani. Tale cooperazione è un tema importante nel processo della TICAD".

martedì 13 agosto 2019

Washington sostiene l'autonomia locale non la separazione del Sahara Marocchino

Gli Stati Uniti d'America hanno fatto sapere alle parti coinvolte nel co nflitto regionale del Sahara Marocchino, in particolare all’Algeria,  la loro categorica opposizione di fronte alle velleità separatiste del Fronte Polisario basato in Algeria. Per gli USA, l'indipendenza non è un'opzione per risolvere la controversia sul Sahara marocchino, scrive il prestigioso quotidiano americano "The Wall Street Journal". 
L'articolo, pubblicato domenica, riferisce che i responsabili statunitensi che stanno seguendo da vicino la questione del Sahara hanno dichiarato che gli Stati Uniti "hanno chiaramente fatto sapere che Washington non appoggeranno  un piano che miri a creare nuovo Stato in Africa".  La situazione della sicurezza nella regione fa del conflitto un’urgenza da risolvere, riferisce il Wall Street Journal tracciando  parallelismi tra la posizione dell'ONU a sostegno della sua missione MINURSO e alcuni responsabili della Casa Bianca, che mostrano una certa impazienza per causa della mancanza di sviluppo nel processo politico.  Per il ministro marocchino dell'estero e la cooperazione internazionale, Nasser  Bourita, “La Minurso dispone di 52 milioni di dollari per mantenere la stabilità, mantenere un cessate il fuoco in una regione molto difficile”. “Nessuno è morto dopo il cessate il fuoco, il che significa che è la missione di mantenimento della pace più proficua al mondo”, ha sottolineato il capo della diplomazia marocchina.  
Ma il rischio di qualsiasi tentativo di far deragliare il processo dell'ONU potrebbe causare malcontento e minacciare la stabilità in una delle regioni più stabili a fronte di numerosi focolai di tensione e instabilità nel mondo di oggi.  
Wall Street Journal rileva anche la posizione di responsabili occidentali e marocchini che affermano che gli Stati Uniti sostengono il Marocco nei suoi sforzi per trovare una soluzione definitiva a questo conflitto, che è durato sin troppo, sulla base di una soluzione di compromesso garantito dal Piano di autonomia.  
Del resto, è proprio questo sostegno di Washington che incoraggia il Marocco a partecipare al tavolo delle discussioni e a rilanciare la dinamica delle tavole rotonde sotto l’egida d'Onu in presenza di Algeria e Polisario, e Mauritania. 
Tale dinamica può far progredire la questione, ma questo progresso risente oggi della instabilità situazione politica e della sicurezza in Algeria e delle recenti dimissioni dell'Inviato personale del Segretario generale ONU, Horst Kohler.  
Così, l'autore dell'articolo Dion Nissenbaum riferisce che, proprio mentre la comunità internazionale sta lavorando per estinguere i focolai di tensione e ripristinare la pace e la sicurezza, il Polisario, un gruppo marxista legato al terrorismo regionale, continua a rappresentare una grave minaccia per la stabilità in Nord Africa e nel Sahel.  
Questa realtà è ampiamente presente davanti agli occhi dei decisori politici americani. L'amministrazione del presidente Donald Trump, che si trova ad affrontare la minaccia terroristica su più fronti, segue attentamente la situazione nella regione del Sahara e del Sahel.  
Consapevole dei pericoli posti dalla fantasma Repubblica Sahrawi (RASD) basata in Algeria, la Casa Bianca è determinata a porre fine a questo conflitto.  
Il quotidiano americano evidenzia, tuttavia, come la dinamica di discussioni in corso sotto gli auspici ONU sia l'opzione più sicura per arrivare ad una soluzione consensuale.  Gli USA "sono chiari. Non daranno il loro appoggio a un piano che porta alla creazione di un nuovo Stato africano".  "Un nuovo Stato in Africa potrebbe effettivamente essere meno sicuro. Tentare di istituire un nuovo paese, potrebbe creare un'area dalla quale gli insorti e i gruppi come l'ISIS potrebbero trarre vantaggio e utilizzare come un rifugio", ha detto il giornalista in un video che accompagna la sua analisi, rilevando che Washington e Rabat condividono la stessa posizione al riguardo.