lunedì 20 gennaio 2020
إفريقيانغ Africannagh: BOLIVIA ROMPE I LEGAMI E SOSPENDE SUO RICONOSCIMEN...
إفريقيانغ Africannagh: BOLIVIA ROMPE I LEGAMI E SOSPENDE SUO RICONOSCIMEN...: La Bolivia ha deciso di sospendere suo riconoscimento della pseudo “rasd” e di “rompere tutti i suoi legami” con l'entità fittizia,...
BOLIVIA ROMPE I LEGAMI E SOSPENDE SUO RICONOSCIMENTO DALLA PSEUDO “RASD”
La Bolivia ha
deciso di sospendere suo riconoscimento della pseudo “rasd” e di “rompere tutti
i suoi legami” con l'entità fittizia, ha annunciato il ministero delle
Relazioni Estere del paese sudamericano in un comunicato pubblicato ieri sul
suo sito ufficiale.
La Bolivia ha inoltre affermato che adotterà il principio della “neutralità
costruttiva” nei confronti del conflitto artificiale intorno al Sahara
marocchino e che “si adopererà d’ora in poi per sostenere gli sforzi compiuti
nel quadro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per una soluzione politica
giusta, duratura e reciprocamente accettabile, conformemente ai principi e agli
obiettivi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite”.
“La Bolivia è determinata a costruire una nuova relazione con il Regno
del Marocco, basata sul rispetto reciproco della sovranità nazionale e
dell'integrità territoriale e sulla non ingerenza negli affari interni dei due
paesi”, sottolinea il comunicato.
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venerdì 17 gennaio 2020
Aperti cinque consolati africani in Sahara Marocchino
Dopo Costa d’Avorio, Gambia e Unione delle
Comore, ecco Guinea e Gabon hanno aperto venerdì i loro Consolati generale a
Dakhla e a Laayoune in Sahara Marocchino.
La cerimonia d’inaugurazione della rappresentanza
guineana è stata presieduta dal ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione
Africana e dei Marocchini Residenti all’Estero, Nasser Bourita, e dal suo
omologo guineano, Mamadi Touré. Mentre quella del Gabon è stata presieduta da Nasser
Bourita, e dal suo omologo gabonese, Alain-Claude Bilie-By-Nze.
L’apertura del consolato Guineano a Dakhla
riflette una specificità particolare nelle relazioni bilaterali storiche
distinte tra Marocco e Guinea, che si sono ben rafforzate grazie alle visite del
Re Mohammed VI a Conakry nel 2014 e 2017 e alle visite del Presidente Alpha
Condé in Marocco negli ultimi anni, ha sottolineato Bourita in una conferenza
stampa congiunta con il suo omologo guineano.
Rabat e Conakry hanno instaurato relazioni
basate su solide basi storiche, forti legami umanitari e intese su tutte le
questioni regionali, ha proseguito Bourita, notando che la Guinea ha sempre
avuto una posizione costante, chiara e positiva sulla questione del Sahara
marocchino, così come ha sempre sostenuto le legittime posizioni del Regno
intorno al suo Sahara.
“La Guinea è sempre stata al fianco del Marocco
in tutte le sue azioni diplomatiche in seno all'Unione Africana (UA) e all'ONU”,
ha spiegato, affermando che “l'apertura oggi di un consolato si inserisce in
linea con queste posizioni costanti, sin dall'inizio di questo conflitto
regionale artificiale intorno alla Marocchinita del Sahara”. Il presidente
della Repubblica di Guinea, Alpha Condé, ha svolto un ruolo importante nel
ritorno del Marocco all’UA, quando era il presidente di tale organizzazione, ha
proseguito Bourita.
Il ministro ha inoltre affermato che
l’apertura del consolato consentirà di interagire con la comunità guineana, di
sviluppare le relazioni economiche e commerciali e di sostenere la presenza
degli studenti guineani nella regione.
Al di là della sua portata politica e diplomatica,
l’apertura di questa rappresentanza costituisce un mezzo di interazione
economica, partendo dal fatto che la città di Dakhla costituisce un autentico
collegamento tra il Marocco e la sua profondità africana, ha proseguito il
ministro.
La dinamica dell’apertura di queste
rappresentanze diplomatiche è un chiaro messaggio rivolto dal Marocco a coloro
che desiderano trovare una soluzione nel quadro della piena sovranità
marocchina sulle sue province meridionali e l’integrità territoriale del Regno,
dal momento che la marocchinita del Sahara si consolida ogni giorno, attraverso
posizioni diplomatiche e misure giuridiche, come l’apertura di consolati, le continue
dichiarazioni positive di paesi aventi peso e le risoluzioni del Consiglio di
sicurezza”, ha osservato.
Da parte sua, il ministro degli Esteri
guineano Mamadi Touré ha sottolineato che la decisione di aprire un consolato
generale a Dakhla è un atto sovrano della Guinea, che concretizza ancora una
volta le posizioni costanti del suo paese nei confronti del Sahara del Marocco sia
in seno all’ONU, all’Unione africana (UA) che in altre sedi internazionali e che
l’apertura s’iscrive nella continuità del rafforzamento delle relazioni
bilaterali al servizio degli interessi comuni dei due Paesi.
La rappresentanza diplomatica avrà la missione
di vigilare sul benessere dei cittadini guineani e di difendere i loro
interessi nelle province meridionali del Regno, ha proseguito Turé, sottolineando
che l’apertura di questo consolato è “un esempio concreto” delle relazioni di
cooperazione “distinte” tra Marocco e Guinea.
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Nuova diga. Continua il progetto di sviluppo idro-agricolo in Marocco
Il Re del Marocco,
Mohammed VI ha inaugurato la diga “Moulay Abderrahmane”, progetto di sviluppo
idro-agricolo del perimetro “Ksoub” a valle della nuova diga, e progetti di
acqua potabile riguardanti la costruzione di una stazione di trattamento delle
acque, la posa di condotte approvvigionamento idrico e un progetto per
rafforzare l'accesso all'acqua potabile nelle aree rurali.
Questi progetti sono in
linea con gli obiettivi del Programma nazionale per la fornitura di acqua potabile
e irrigazione 2020-2027, che mira a consolidare e diversificare le fonti di
approvvigionamento di acqua potabile, supportando la domanda di questa preziosa
risorsa, la garanzia della sicurezza idrica e la lotta contro gli effetti dei
cambiamenti climatici.
Questi progetti testimoniano
la volontà del Sovrano di perseguire la politica delle dighe avviata da suo
padre, defunto Hassan II. la sua determinazione a fare del settore agricolo un
catalizzatore di crescita economica equilibrata e sostenibile di tutte le
regioni del Regno e un fattore determinante per la promozione delle zone rurali
attraverso lo sviluppo dei sistemi di produzione agricola e il controllo della
gestione spazi rurali.
Così, questi progetti
contribuiranno a rafforzare la fornitura di acqua potabile alla città di
Essaouira e alle regioni circostanti; la conservazione della falda della
provincia; la protezione delle aree e delle infrastrutture situate a valle
della stessa diga contro le inondazioni, l'aumento della superficie agricola
irrigua e della capacità di produzione agricola, nonché il beneficio diretto per
le popolazioni locali.
Con una capacità di
stoccaggio di 65 milioni di metri cubi,questa importante infrastruttura andrà a
vantaggio di una regione la cui economia è basata principalmente
sull’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato, porta a sei il numero delle
grandi dighe esistenti a livello del bacino di Tensift, in particolare le dighe
Yaacoub Al Mansour, Lalla Takerkoust, Abu El Abbas Essebti, Sidi Mohamed Ben
Soulaymane El Jazouli e Ouagjdit.
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giovedì 16 gennaio 2020
Re Mohammed VI visita spazio per la conservazione della Memoria Giudaico-Marocchina
Il Re del Marocco,
Mohammed VI, ha visitato ieri nella vecchia medina di Essaouira, “Bayt Dakira”
ovvero la casa della memoria, uno spazio spirituale e culturale per la
conservazione e la valorizzazione di Memoria giudeo-marocchina, unica nel suo
genere nel sud del Mediterraneo e nei paesi musulmani. Questo spazio storico,
culturale e spirituale, dopo i lavori di restauro, ospita la Sinagoga “Slat
Attia”, la Casa della Memoria e della Storia “Bayt Dakira” e il Centro di
ricerca internazionale Haim e Célia Zafrani sulla Storia delle relazioni tra Ebraismo
e Islam.
La visita del Sovrano a
questo edificio riflette l'interesse che il re del Marocco pone nei confronti
del patrimonio culturale e della comunità ebraica marocchina e la sua volontà
permanente di preservare la ricchezza e la diversità delle componenti
spirituali del Il regno e il suo patrimonio autentico.
Al suo arrivo a “Bayt
Dakira”, il capo di Stato marocchino è stato accolto dal Consigliere,
Presidente dell'Associazione Essaouira-Mogador, André Azoulay, prima di essere
salutato dai membri del Comitato Scientifico Bayt Dakira e l'ufficio
dell'Associazione Essaouira-Mogador, iniziatore di questo progetto, e dagli
architetti responsabili del restauro di questo progetto.
Avendo per centro di
gravità la Sinagoga “Slat Attia”, Bayt Dakira è un luogo della memoria che
racconta per oggetti, testi, foto e film l'eccezionale saga dell'ebraismo nella
città di Essaouira e dei suoi patrimoni: dal cerimoniale del tè all'arte
poetica ebraica, dalle oreficerie in filigrana d'oro e d'argento al ricamo e
alla realizzazione di sontuosi caftani, dalle arti culturali alla letteratura e
ai riti della sinagoga alle grandi sedi commerciali che hanno influenzato Mogador
nel XVIII e XIX secolo.
La medina di Essaouira si
sta rinnovando grazie al programma complementare di riabilitazione e
valorizzazione 2019-2023, che mobilita investimenti per circa 300 milioni di
dirham (28 milioni di euro).
La visita vuole dare un
forte impulso agli sforzi di sviluppo di questo spazio ad alto valore
patrimoniale, testimonia la costante volontà del Sovrano di preservare la parte
architettonica della città di Mogador, per promuovere la sua influenza
culturale e turistica e migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei suoi
abitanti.
È evidente la
determinazione del Sovrano a seguire da vicino questo progetto di
riabilitazione. Il riferimento è a 26 progetti che ruotano attorno a quattro
assi principali, vale a dire la riabilitazione dello spazio urbano; il restauro
e la valorizzazione del patrimonio storico; la promozione dell'accesso ai
servizi sociali e il rafforzamento dell'attrattiva turistica ed economica della
vecchia medina di Essaouira.
Sono in corso quattro
progetti registrati nell'ambito di questo programma cioè restauro delle mura
della vecchia medina e Borj Bab Marrakech, trattamento di edifici che
minacciano la rovina e riabilitazione di Port Sqala e sette sono in procinto di
lancio: riabilitazione della cooperativa Dar Al Araar e della chiesa
portoghese, costruzione del centro sanitario Derb Laalouj, un centro di
tossicodipendenza e un centro prescolare, demolizione totale o parziale di 123
edifici e il restauro di due Zaouiya.
Allo stesso modo,
quindici progetti sono in fase di studio: Riguardano la riqualificazione dei
luoghi di Chrib Atay, Rahba, El Fananine, El Mellah I e II, i parcheggi del
porto e Bab Doukkala, il restauro della sinagoga Slat El Kahel, il ripristino
di Kissariat Siyaghine, il rinnovamento di 4 fontane, la costruzione di un
ostello della gioventù, lo sviluppo di 3 circuiti turistici, l'istituzione di
punti di informazione turistica e pannelli interattivi, la creazione di un
centro di informazione e accoglienza turistica e il rafforzamento della rete di
illuminazione pubblica.
In occasione della
visita il Re Mohammed VI ha offerto, nella “Cité des Alizés”, una cena in onore
dei membri della comunità ebraica marocchina e di grandi personalità
provenienti da tutto il mondo per partecipare a questo grande evento.
Questa cena è stata
contrassegnata dalla presenza dei Consiglieri del Re, Fouad Ali El Himma, André
Azoulay e Yassir Zenagui, dei membri del governo, il direttore generale
dell'Unesco, Audrey Azoulay, l'ambasciatore tedesco a Rabat, Gotz Schmidt
Bermme, il segretario generale della Comunità ebraica in Marocco, Serge
Berdugo, del rabbino capo di Ginevra, Yzhak Dayan, del direttore esecutivo
della Federazione sefardita americana, Jason Guberman, e dell'attore e umorista
Gad El Maleh, nonché di diverse personalità nazionali e internazionali.
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domenica 12 gennaio 2020
إفريقيانغ Africannagh: Campi del Polisario in Algeria. Ragazze vendute da...
إفريقيانغ Africannagh: Campi del Polisario in Algeria. Ragazze vendute da...: La schiavitù denunciata da anni dalle ONG dei diritti umani nei campi del Fronte Polisario (Algeria) ha causato l’ennesima vittima. Non...
Campi del Polisario in Algeria. Ragazze vendute dai genitori
La schiavitù denunciata da anni dalle
ONG dei diritti umani nei campi del Fronte Polisario (Algeria) ha causato
l’ennesima vittima. Non è la prima volta in cui ragazze giovanissime sono
“vendute” dai loro padri.
Sequestrata e costretta a scegliere
tra sposare un anziano oppure la condanna a morte. Di fronte a questo crudele
destino, la giovane saharawi, appena 18enne, è riuscita miracolosamente a
liberarsi dalle grinfie dei suoi carnefici per raggiungere Barcellona,
attraverso l’aeroporto di Algeri, con documenti falsi.
La vicenda, sollevata dai media
spagnoli, risale al periodo natalizio, quando una giovane sahrawi sbarca
all’aeroporto internazionale di Barcellona proveniente dai campi di Lahmada -Tindouf
(Algeria).
La giovane fu immediatamente scoperta
dalla polizia di Frontiera spagnola, nonostante avesse attraversato con i suoi
documenti falsi tutti i serrati controlli algerini. Un interrogativo
inquietante che ha sollevato l’attenzione e polemica nei media spagnoli. “Mio
padre mi aveva minacciata di morte se non avessi accettato il matrimonio”, ha
dichiarato la ragazza ai giornalisti spagnoli accorsi all’aeroporto
internazionale di Barcellona quando la notizia era stata diffusa da attivisti
dei diritti umani.
Una ragazza saharawi venduta dal padre
ad un uomo di parecchi decenni più vecchio, in cambio di un compenso economico,
testimonia come il fenomeno della schiavitù e dell’oppressione della donna è
ancora una triste realtà in questi luoghi sperduti e senza controllo hanno
denunciato i media spagnoli, su un caso che sta diventando una questione di
opinione pubblica.
La ragazza ha immediatamente chiesto
aiuto e asilo politico, che gli è stato accordato dopo aver esaminato il
fascicolo e constatato la triste storia, come riferisce il sito di informazione
spagnola “20 Minutos”, indicando che, quando fu rigettata la prima volta,
l’avvocato della vittima, Natàlia Castellano, aveva presentato ricorso al
ministero degli Interni chiedendo protezione alla Corte europea dei Diritti
dell’Uomo.
Secondo le ultime notizie, la ragazza,
che afferma di essere stata aiutata da sua madre a fuggire da Tindouf, avrebbe
ora lasciato “il servizio rimpatriati” in attesa che venga dato un seguito
positivo alla sua richiesta. Il giornale online spagnolo riporta che si sono
mobilitati diversi gruppi per aiutarla.
Purtroppo non sarebbe un caso isolato.
Il caso
di ragazze sequestrate nei campi del Polisario e costretti a matrimonio forzati
sono ormai numerosi e denunciate dai media spagnoli. Ricordiamo l’eclatante
caso della ventunenne Hija Maloma, che vive con la nuova famiglia di
accoglienza in Spagna e divenuta cittadina spagnola. Nel 2016 era partita per
salutare la sua famiglia biologica nei campi di Tindouf, ma fu sequestrata con
l’aiuto dei dirigenti del Polisario. Stesso triste destino era toccato anche a
Darya Embark e Mahjouba Mohammed. Le associazioni delle famiglie spagnole che
hanno adottato ragazze dei campi del Polisario continuano a denunciare questa
pratica di sequestro a danno di centinaia di giovani, costrette al matrimonio
forzato appena tornano, in vacanza, nelle loro famiglie biologiche.
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venerdì 10 gennaio 2020
Gambia apre un consolato generale in Sahara Marocchino
Dopo Costa d’Avorio e l’Unione delle Comore, la Repubblica del Gambia ha
aperto suo consolato generale in sud del Marocco a Dakhla. La cerimonia
dell'inaugurazione è stata presieduta proprio dal ministro degli Affari Esteri, della
Cooperazione Africana e dei Marocchini Residenti all'Estero, Nasser Bourita, e
dal suo omologo gambiano, Mamadou Tangara. L'apertura si inserisce in linea dritta
con la posizione costante di questo paese africano rispetto alla questione del
Sahara marocchino, ha affermato Bourita nella conferenza stampa congiunta con
il suo omologo gambiano.
Gambia ha sempre sostenuto la legittimità internazionale e i diritti
storici del Regno in tutte le sedi regionali e internazionali, ha spiegato. Inoltre,
ha sottolineato l'importanza di questo evento nella storia delle relazioni
solide e storiche tra Marocco e Gambia, relazioni che hanno conosciuto una
grande evoluzione negli ultimi anni, ricordando in tale contesto la prossima riunione
della commissione mista a Banjul, dove una serie di convenzioni saranno firmate
in diversi settori.
Molti paesi manifestano il loro interesse ad aprire rappresentanze
diplomatiche nelle province meridionali, per esprimere il loro sostegno alla
marocchinita del Sahara, ha osservato, facendo sapere che altri consolati
saranno aperti a Dakhla e Laayoune da paesi africani e non africani.
L'apertura del consolato gambiano a Dakhla e quello dell'Unione delle
Comore a Laayoune conferma che la marocchinita del Sahara è irreversibile, ha
voluto precisare Bourita, sottolineando che, come altri consolati hanno sede a
Marrakech, Casablanca o Tangeri, “è normale che tali rappresentanze
diplomatiche siano presenti nelle province sud del paese nell'ambito della
sovranità del Marocco”. Questa decisione rafforza anche la dinamica positiva
della causa nazionale sulla scena internazionale grazie al costante sostegno
espresso da diversi paesi al Marocco.
Oltre alla sua portata politica, l'apertura di queste rappresentanze
diplomatiche costituisce una leva per lo sviluppo di scambi commerciali ed
economici tra il Marocco e questi paesi, ha detto, notando che questi consolati
svolgeranno un ruolo importante nel rafforzamento delle relazioni tra il Regno ed
Africa e che, attraverso la città di Dakhla, sarà un vero polo economico nel
sud del Marocco.
La città di Dakhla costituisce un vero e proprio trait d’union tra il
Marocco e la sua profondità africana, ha continuato Bourita, sottolineando che
questa città è dotata di alti istituti di formazione professionale che potranno
essere messi a disposizione dei fratelli africani per beneficiare dell'istruzione
e di tirocini in settori di interesse comune, in questo caso la pesca
marittima, il turismo e l'agricoltura.
Da parte sua, il ministro gambiano degli Affari Esteri
ha sottolineato che la decisione del suo paese di aprire un consolato generale
a Dakhla è un atto di sovranità conforme alle regole e agli usi diplomatici,
aggiungendo che tale atto si inserisce nella logica proseguita da Gambia sin
dalla sua indipendenza, vale a dire il riconoscimento del Marocco e del suo
Sahara. In tale contesto, ha ribadito la posizione del Gambia che “non ha mai
sofferto di ambiguità sulla questione del Marocco e dell’integrità territoriale
del Marocco”. Tangara ha inoltre accolto con favore il fatto che tale apertura
costituisca un “evento storico”, dato che Gambia è il primo paese africano ad
aver aperto una rappresentanza diplomatica in questa città, notando che è solo
l'inizio di una forte dinamica di cooperazione tra i due paesi, in particolare
dopo l'apertura di un'ambasciata a Rabat e di un consolato onorario a Casablanca.
Il Regno del Marocco esercita effettivamente la sua
sovranità sul Sahara e la decisione del Gambia di aprire una rappresentanza
consolare in questa regione del Regno si inserisce nel quadro delle posizioni espresse
da questo Stato in seno all’Assemblea generale dell’ONU e ad altri forum
internazionali che sostengono l’integrità territoriale del Marocco, ha
insistito. Il capo della diplomazia gambiana ha sottolineato che “qualsiasi
critica a questa decisione rappresenta un’ingerenza nelle relazioni
diplomatiche tra due paesi africani sovrani, Marocco e Gambia”.
Lo scorso giugno la Costa d'Avorio ha aperto un
consolato onorario a Laayoune e a dicembre l'Unione delle Comore ha inaugurato
suo consolato generale nella stessa città.
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